Poveri bambini!
“Adesso sto partendo per portare Filippo in piscina e poi vado a prendere Sabrina che va a danza. Nel frattempo vado a prendere un po’ di spesa perchè in casa manca tutto. Quando esco vado a prendere Francesco da mia mamma, passo per la piscina a riprendere Filippo e poi corro a casa, devo farmi una doccia svelta perchè alle otto devo essere da Cristina, la mia collega di lavoro che dà una dimostrazione di prodotti di bellezza e non posso di certo dirle sempre che non ho tempo. Quindi per la cena dei ragazzi organizzati in qualche maniera, ci vedremo verso le undici. Ciao.”
Questo era il tenore di una telefonata che un’elegante signora ha diretto, si presume al marito, che involontariamente è stata sentita alle quattro del pomeriggio durante l’attesa dell’uscita degli alunni da una scuola elementare.
L’indaffarata mamma sta scalpitando fuori dalla scuola in attesa che esca il figlio per portarlo in piscina. Si muove nervosamente con piccoli passi avanti e indietro dalla sua auto, guarda in continuazione l’ora, probabilmente non c’è molto tempo disponibile tra l’orario dell’uscita dalla scuola e quello dell’entrata in piscina.
Finalmente la campanella da via libera all’uscita dei scolari. Filippo esce dalla scuola con calma assieme a dei suoi compagni con i quali sta parlando delle loro cose, quando appena varcato il cancello cala sulla sua spalla la dolce mano della mamma, che in un attimo si trasforma in un poderoso artiglio che lo trascina letteralmente fuori dal gruppetto in cui si trovava, gli toglie rapidamente lo zainetto dalle spalle, portandosi rapidamente alla sua auto parcheggiata lì vicino ed in un baleno scaraventa lo zainetto sul baule ed il figlio sul sedile posteriore, in un lampo si mette al volante e con una stridente sgommata fa una partenza degna delle migliori che si vedono nella formula uno.
Chissà se l’indaffarata mamma sarà arrivata puntuale in piscina, ma a quello che si è capito non c’erano tanti margini di tempo da perdere.
Praticamente quel povero bambino non ha fatto in tempo ad uscire dalla scuola in cui ci è stato tutto il giorno, che si trova quasi all’improvviso in un altro ambiente dove anche là ci sarà qualcuno che gli dirà cosa fare e cosa no e alla fine si troverà scaraventato a casa all’ora di cena, con i suoi fratelli Sabrina che è stata a danza e Francesco ospitato dai nonni, con un papà che ha lavorato tutto il giorno e naturalmente sarà anche stanco, il quale dovrà preparare la cena per tutti, visto che la moglie non può perdere la dimostrazione delle creme di bellezza, organizzata dalla sua amica.
Non sarà così tutti i giorni, cosi almeno speriamo per quella famiglia, ma con qualche variazione più o meno nella nostra epoca è questo lo scorrere del giorno per chi ha figli in età scolare.
Ci hanno fatto entrare nel più profondo del cuore, che amare i nostri figli sia l’equivalente di farli partecipare ad una infinità di attività, che facendo queste si divertono e che un giorno ci ameranno molto di più, perchè comprenderanno quanto sia stato l’impegno e l’onere che i genitori hanno sostenuto verso di loro.
Ne siamo sicuri?
Siamo proprio sicuri che i bambini apprezzino queste attività a cui sono sottoposti? Come si può comprendere da un ragazzo che frequenta le scuole elementari sia veramente incline al nuoto piuttosto che al basket oppure al calcio. E perchè no alla corsa, allo sci e via dicendo.
È provato che lo sport fa bene a tutti, in modo particolare ai bambini, ma quando una cosa non si fa volentieri pesa e molto. E poi dicono che a scuola sono svogliati, sono stanchi, non seguono con la dovuta attenzione le lezioni.
Forse sarebbe più saggio aspettare che frequentino scuole di livello superiore e là forse inizieranno le loro preferenze per qualche attività sportiva e avranno senz’altro il desiderio di cimentarsi in qualcuna che si sceglieranno loro e solo loro.
In questo modo nascerà una sana passione per lo sport che si sono scelti, sia per tenersi in forma sia in modo partecipato.
Se quel giorno la frettolosa mamma, invece di deportare il figlio in piscina, avesse aspettato con calma la sua uscita da scuola, non avesse mandato Sabrina alla danza e non avesse mandato l’altro figlio dai nonni, si portava a casa i suoi figlioli lasciandoli liberi di giocare in giardino o nella piazza, fuori all’aria aperta si divertivano e si rilassavano.
Altro che costose palestre dall’aria viziata e piscine con acque trattate chimicamente, ai bambini basta qualche amico, un giardino, un prato, una piazza per divertirsi, per socializzare, per crescere sani e robusti.
Qualche materna occhiata dalla finestra e via, i bambini nel gioco non hanno bisogno di istruttori o di allenatori, sanno godersi il gioco da soli, sentendosi finalmente liberi per un po’ dall’onnipresenza degli adulti.
E la mamma ha tutto il tempo per fare le sue cose, di preparare la cena e di attendere il padre dei figli con un sorriso, al posto della solita faccia arcigna, di chi ha mille cose da fare.
Una mamma e
una moglie serena, tranquilla, non ha certo bisogno di andare alla
dimostrazione di balsami e creme, e lei la bellezza.
G.D.
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